Nato nel 1923 a New York, Roy Lichtenstein è stato considerato nei primi anni del 1960, come uno dei leader della pop art. Meglio di ogni altro, ha incarnato la versione americana, privo di ambiguità si è legato fin dall'inizio alla realizzazione di questa tendenza. In un primo momento, Lichtenstein ha amato l'espressionismo astratto, incrociato con delle deformità morfologiche presi in prestito da Picasso. Rapidamente si adattò questo stile ad una iconografia tipicamente americana. Egli ha creato l'arte con i fumetti come soggetto, ed era anche noto per la creazione di riproduzioni d'arte in stile pop di maestri pittori come Monet. In realtà, la grande tenuta formale dei quadri realizzati da Lichtenstein, rendono le sue immagini mai banali. Sono fumetti, è vero, ma realizzati con la visione propria dell’artista. Nel corso degli anni, la formula stilistica di Lichtenstein non cambia, ma inizia un confronto sempre più serrato con l’arte del recente passato dagli esiti decisamente originali. Egli, sempre realizzando immagini come fossero fumetti, rivisita tutti gli artisti principali e gli stili sorti nel corso del Novecento, dal cubismo al futurismo, dall’espressionismo all’action painting. La contaminazione tra pittura e fumetti crea un dialogo originale che, negli ultimi anni, coinvolge anche la scultura.
Per Lichtenstein è importante rifarsi ai “grandi” dell’arte contemporanea, poiché la riproduzione delle loro opere era talmente elevata da averle rese così popolari, da trasformasi in simboli. La sua appropriazione, in chiave ironica, di tali opere risulta dunque perfetta.
Nelle sue opere ritorna, di frequente, il prototipo della donna giovane e bella, che a poco a poco si fa più pensierosa, più “viva”. A volte bionda, a volte mora, senza avere mai tratti caratteristici individuali, questa è la donna di Lichtenstein, con il tipico aspetto da fumetto.
La sua arte, prodotta fino alla metà degli anni Novanta, rimane come una delle espressioni più originali della cultura americana del secondo dopoguerra