Una vita di eccessi, sregolatezza, anticonformismo, droga ed un tentativo di suicidio, Mario Schifano si colloca storicamente in quella generazione di artisti maledetti, nel periodo di fermento culturale degli anni '60. I suoi debutti sono all'interno della cultura informale con tele ad alto spessore materico, solcate da un'accorta gestualità e segnate anche da qualche sgocciolatura. Esponente di spicco della Pop Art italiana, Mario Schifano rappresenta un punto fondamentale dell’arte contemporanea italiana ed europea; ancora oggi le sue opere, realizzate negli anni '60, restano di incredibile attualità. Schifano è uno dei più famosi artisti della Pop Art che ha fatto da traino alle esperienze post belliche attraversando lo Spazialismo, la Transavanguardia e il Concettualismo, portando l'icona Coca-Cola in Italia (insieme alla Esso), tradotta spesso con colori a smalto su carta da pacchi applicata su tela o legno, plexiglas e ferro. Mario Schifano è l’artista della materia, delle biciclette o dei futuristi, ma prima ancora è l’artista della Coca Cola, ovvero il simbolo del capitalismo, del consumismo, dell' americanismo. Schifano porta la Coca Cola nell'arte italiana, confermando la ricchezza simbolica di questo logo, che fa il suo ingresso nell'arte contemporanea passando dal mondo dell'illustrazione e della pubblicità.
Il celebre marchio della Coca Cola popola innumerevoli opere d’arte. Questa parola ha sempre avuto un ruolo importante nei lavori di Schifano, le cui opere, fin dagli esordi, hanno assunto un linguaggio materico e informale. Abbandonata l'esperienza informale, la sua pittura mutua radicalmente nel volgere di pochi anni; inizia poi a dipinge quadri monocromi. Inoltre la televisione diventa la sua musa, rimane affascinato dalla fotografia, le risoluzioni tecnologiche dell'immagine realizzate al computer, dal cinema.
